Articoli24/Mistero empietà

From Diwygiad

Caro amico,

Jorge Bergoglio è ora riconosciuto in tutto il mondo come Papa Francesco. Pochi, però, si rendono conto di come effettivamente sia sorta l’istituzione del papato. Lungi dall’essere giustificato e giustificabile biblicamente, il Papato si è costantemente rivelato nel corso della storia come una disgrazia di prim’ordine per il mondo intero e sorgente di ogni sorta di mali. E’ quindi quanto mai necessario prenderne coscienza ed esaminare accuratamente il carattere di quest’istituzione. E’ quello che cerchiamo di fare nel seguente articolo. E’ molto importante, in questo tempo di crisi, comprendere che cosa sia effettivamente il papato: vi prego perciò di diffondere questo articolo con i mezzi a vostra disposizione.

Confidando nella verità e nella grazia del nostro glorioso Signore, Richard Bennett.

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Eletto Papa Francesco: Continua il Mistero dell’Empietà

Di Richard Bennett

Il nuovo Papa Francesco sta muovendo i suoi primi passi sulla scena di questo mondo e molti si stanno domandando come egli sarà generalmente accettato. Il Cattolicesimo romano sta ancora vivendo nell'aura piacevole di Giovanni Paolo II mentre le manchevolezze di Benedetto XVI ancora colorano la scena contemporanea. Considerata la posizione esaltata del Papa nel mondo, molti oggi si stanno chiedendo in che modo Papa Francesco cambierà il papato. Il fatto, però, rimane che sin dall'inizio del XIX secolo l'ufficio del papato si è incamminato in una direzione che nessun singolo papa potrà sperare, ammesso che lo voglia, di invertire. Come può essere?

Si allestisce la scena del mistero dell'empietà

Nell'anno 330 AD l'imperatore Costantino sposta la sede dell'impero romano da Roma a Costantinopoli. Nel contempo egli dichiara la fede cristiana "religione dell'Impero" nella speranza che essa potesse diventare il migliore collante per unificare un impero che stava cominciando a sbriciolarsi. La nuova "religione di stato" viene così organizzata in maniera molto simile alla struttura dell'esercito imperiale. Viene suddivisa in quattro maggiori distretti, ciascuno presieduto da un capo. Senza più persecuzioni, la semplice fede della chiesa primitiva era declinata tanto che all'inizio del V secolo la Chiesa di Roma non è più la forte comunione dei credenti in Cristo Gesù di un tempo. Al contrario, diventa parte di un'istituzione dominata da una gerarchia nella quale il Vescovo di Roma giunge ad assumere un potere assoluto.

Il mistero dell'empietà diventa manifesto

La Scrittura parla di un "mistero dell'empietà"[1]. Questa particolare forma di illegalità (in greco "anomia") sorge gradualmente nella chiesa proprio quando l'Impero Romano sta per diventare quello che sarà chiamato il "Sacro Romano Impero". Questo particolare "mistero dell'empietà" è stato visibile nella forma de "l'uomo del peccato" per ben otto secoli dal regno di Vitaliano[2] fino al XVI secolo. I Riformatori e la popolazione in generale del Sacro Romano Impero non lo riconoscono, però, fino a quando non siano ristabiliti l'Evangelo e la Bibbia come unica regola di fede e di condotta.

Risultato dell'apostasia è "l'ingannevolezza dell'ingiustizia". Quest'apostasia è segnata dall'ipocrisia e dall'inganno. Apparendo giusta e santa, essa è finalizzata ad ingannare, se fosse possibile, persino gli eletti. Per secoli, il Papa regnante assume per sé il titolo di "Santo Padre" e "Vicario di Cristo[3]”, cosa che adempie espressamente la definizione di Anticristo data dall'apostolo Giovanni: "Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l'anticristo che nega il Padre e il Figlio"[4]. Il Pontefice, nell'assumere per sé queste designazioni, nega la supremazia e l'onore dovute al Padre ed al Figlio soltanto.

Un'ulteriore qualifica de "l'uomo del peccato" è che lui siede nel tempio di Dio come se fosse egli stesso un dio. Dalla la risurrezione di Gesù Cristo e la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 AD è chiaro dalla Scrittura come siano i veri cristiani ad essere il tempio di Dio.[5] Essi sono sparsi per il mondo. Sebbene il Papa consideri scismatici i veri cristiani che non facciano parte della "sua" chiesa, egli pretende di essere il capo della Chiesa di Gesù Cristo in terra e vanta titoli come "Santo Padre" e "Vicario di Cristo".

Più di ogni altro, è l'imperatore Giustiniano I[6] a stabilire la supremazia del vescovo di Roma nel VI secolo. Lo realizza in maniera formale e legale portando tutte le questioni religiose sotto il controllo della legge civile. Così riassume questa situazione Le Roy Edwin Froom: "Giustiniano I (527-565) è stato il più grande di tutti i governanti dell'Impero Romano d'Oriente... La sua più grande impresa è stata quella di regolamentare le questioni ecclesiastiche e teologiche, coronata dalla Lettera Decretale imperiale che costituisce il vescovo di Roma al di sopra di tutte le chiese come 'Capo di tutte le sante chiese'. ponendo così la base legale per la supremazia ecclesiastica papale”[7]. Il decreto di Giustiniano non crea l'Ufficio del Papato, ma pone le basi legali per l'acquisizione dei poteri di governo civile dei vescovi di Roma.

Ben presto così i vescovi di Roma desidereranno regnare come re. La cosa stessa contro la quale il Signore aveva ammonito, ora si realizza: "I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev'essere così”[8]. E' Vitaliano, vescovo di Roma dal 657 al 672 AD ad essere il primo a ricevere il titolo di "Papa"[9] quando è chiamato, in latino "Papa Vitalianus"[10]. Ci vorrà tempo, però, prima che il Papa eserciti l'autorità che gli è stata conferita dallo stato sui vescovi europei. Per esempio, nell'Italia del nord, nell'800 AD circa, Claudio, vescovo di Torino, non riconosce l'autorità del vescovo di Roma[11].

Il papato si rafforza appoggiandosi al potere civile

Dal quarto all'ottavo secolo, gran parte della crescita del potere papale è acquisita mercanteggiando con i poteri forti di quello che era stato il vecchio Impero romano. In tutto questi secoli certo l'autentico Evangelo continua ad essere diffuso in tutta quest'area. La religione di coloro che erano rimasti pagani. però, non era poi così diversa da quella del Papa: ne risulta quindi che essa fosse accolta molto meglio dell'Evangelo. Pure allora, nell'ottavo secolo, quando i papi dovevano difendersi contro i Saraceni ed i Longobardi, i re francesi forniscono e presentano al Papa il diritto di governare sulle città che avevano conquistato. In riconoscenza, nell'anno 800 AD il Papa Leone III[12] incorona Carlo Magno imperatore ed augusto. Prende così inizio il Santo Romano Impero, sempre coinvolto in aspre dispute sui limiti legali della giurisdizione del Papa in contrapposizione a quella dell'Imperatore. Queste dispute rimangono una costante per tutto il corso della storia[13].

Nel 1203 come capo della religione di stato, Papa Innocenzo III[14] comincia ad esigere che tutti si sottomettano alle dottrine non bibliche della sua chiesa attraverso i tribunali dell'Inquisizione[15], le cui sentenze dovevano essere applicate dalle autorità civili. Questa "macchina per uccidere" del Papa funzionerà per 600 anni, ponendosi alla pari con i più grandi bagni di sangue della storia simili a quelli inflitti all'umanità da Stalin, Mao Tse Tung, Pol Pot, ed altri moderni dittatori. E' così che la forma del mistero dell'empietà, la Chiesa cattolica romana imposta dagli stati, con il suo Ufficio del Papato, cresce per forza e potere civile per tutto il Medioevo. Ammassa ricchezze, proprietà ed influenza attraverso l'Inquisizione ed altri metodi crudeli, immorali e totalmente non biblici, incluso, senza scropolo alcuno, anzi giustificandolo, l'omicidio e il sequestro dei beni.

La Riforma suscita il sorgere dell'era moderna

Nel 1547 la Chiesa cattolica romana diventa completamente apostata[16] al Concilio di Trento[17] quando formalmente dichiara: "Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema"[18].

Dal VI secolo fino alla Riforma del XVI secolo, il mistero dell'empietà acquisisce grande potere politico e ricchezze terrene. Ciononostante, l'omicida Inquisizione del Papato non è in grado di fermare la diffusione della Riforma per tutta l'Europa continentale, l'Inghilterra, la Scozia e i paesi scandinavi. Nel XVII e nel XVIII secolo migliaia di cristiani che fondano la loro fede sull'insegnamento della Bibbia soltanto vengono spietatamente perseguitati. Provvidenzialmente molti sono in grado di fuggire nelle nuove terre d'America, paese sorto sulla base dei principi della Riforma.

Nel 1648, la Pace di Vestfalia[19] termina la Guerra dei Trent'anni[20] fra gli stati sottomessi al Papato e quelli che avevano aderito alla Riforma luterana e calvinista. La Riforma aveva prima di tutto ristabilito l'autorità assoluta della Parola scritta di Dio, la Bibbia[21]. Allora, con il diffuso ristabilimento dell'Evangelo delle dottrine della grazia, e la Bibbia stessa resa ampiamente disponibile nella lingua corrente dei vari popoli, le forme di governo civile erano pure tenute a cambiare proprio perché cambiata era la religione di molte persone. Si stabilisce così che ciascuna nazione avrebbe dovuto essere sovrana, che non vi sarebbe stato alcun Sacro Romano Impero al quale le nazioni sovrane dovessero sottomettersi. Con quell'idea, manifestata in forza dei trattati, l'era moderna era cominciata. Chiaramente, un tale monumentale cambiamento come la distruzione del Sacro Romano Impero avrebbe potuto segnare pure la fine della Chiesa cattolica romana. Il mistero dell'empietà, però, cuore ed anima del Papato, non si sarebbe lasciato così facilmente mettere alla porta.

La transizione del mistero dell'empietà in un moderno stato-nazione

Nel 1798, dopo la rimozione del Papa Pio VI[22] dal suo trono da parte dell'armata napoleonica, sembrava che il Papato come istituzione fosse caduto definitivamente. Questo non avviene: attraverso tutto il XIX secolo il Papato si riorganizza. Certo, aveva perduto il suo potere nell'area civile, non avendo uno statuto ufficiale sulle moderne nazioni-stato. Continuava, però, ad avere una struttura istituzionale visibile, un'infrastruttura, l'opera dei Gesuiti[23], i suoi rituali religiosi, il suo falso vangelo, le sue tradizioni, il suo clero ed il laicato. Tutti questi erano rimasti al loro posto, ben oliati e funzionanti.

Esternamente, il Papato non aveva perso tempo nell'attaccare l'Inghilterra, che aveva prodotto così tanti Puritani fedeli e devoti alla causa dell'autentica Riforma nel XVII e nel XVIII secolo. Nel XIX secolo l'Inghilterra era ancora all'avanguardia nell'inviare per tutto il mondo missionari evangelici. Così, nel 1844, il Papato lancia il Movimento di Oxford[24] attraverso l'influenza di John Henry Newman[25] per riportare la Chiesa di Inghilterra sotto la sua influenza e controllo. La strategia era quella di rimuovere gradualmente in modo furtivo l'insegnamento dell'Evangelo e le grandi dottrine della grazia proclamate dalla Bibbia. Esse dovevano essere sostituite da rituali e dalle testimonianze personali di fede. Se solo il Papato l'avesse potuto realizzare, l'Inghilterra avrebbe potuto di nuovo essere una nazione cattolica-romana.

Internamente, per rafforzare la sua presa sui cattolici romani ordinari, nel 1854 il Papato avrebbe dichiarato ufficialmente la dottrina dell'Immacolata Concezione[26]. Con questa esaltata "Madonna" il Papato aveva prodotto una sorta di simbolo "visibile" al quale il fedele avrebbe potuto rivolgersi in preghiera. L'attenzione dei fedeli era così spostata lontano da "l'invisibile" Signore Gesù Cristo e dalla Sua Parola scritta. Senza di queste la loro attenzione si sarebbe naturalmente concentrata sull'immagine visibile posta di fronte a loro come punto focale delle loro preghiere.

Oltre a questo, Papa Pio IX[27] diventa decisivo per la formulazione della dottrina dellla "infallibilità papale"[28]. Con rimarchevole abilità, non solo contro l'assurdità scritturale di questo concetto, ma anche nonostante il fatto storico di papi dichiarati eretici dalla stessa Chiesa cattolica romana, questo è stato reso dottrina ufficiale fondamentale dal Concilio Vaticano I nel 1870.[29] Questa dottrina consolida nelle mani del Papa regnante poteri a dir poco dittatoriali e sconosciuti fino ad allora nell'ambito della Chiesa cattolica romana. Papi successivi ristabiliscono poi internamente il Papato riorganizzando la legge cattolica-romana nel Codice di Diritto Canonico del 1917[30].

Il Vaticano raggiunge status ufficiale nell'era moderna

L'apparente ferita mortale del 1798[31] viene guarita nel 1929 quando, sotto il governo di Mussolini, ancora una volta al Vaticano viene accordato potere civile sovrano e riconosciuto come "la Santa Sede", dove la Città del Vaticano[32] è collocata geograficamente nell'ambito della città di Roma costruita sui famosi sette colli. Il Concordato (Patti Lateranensi[33]) con Mussolini era solo l'inizio di molti concordati civili, fra i quali quello di Pio IX con Adolf Hitler, detto Concordato del Reich[34] (1933). E' così che il Papato consolida il suo potere dal suo interno attraverso il Codice di Diritto Canonico del 1917 e esternamente da concordati legali con varie nazioni. Di conseguenza, il Vaticano possiede un crescente potere politico con il quale tutti devono avere a che fare - perché ha i propri fedeli che vivono nell'ambito della maggior parte delle nazioni del mondo mentre i suoi accordi civili con le stesse nazioni permettono alla Chiesa cattolixca romana di insegnare la fede al suo popolo. Questo è un doppio legame di potere. Il singolo cattolico, temendo per la propria sallvezza e legato alla "Santa Madre Chiesa" diventa una pedina manipolabile nelle mani del Papato.

Il mistero dell'empietà fa un cambiamento strategico

Il Concilio Vaticano II (1962-1965) dichiara formalmente un cambiamento nella strategia del Papato al promuovendo la riunificazione dei protestanti sotto il Cattolicesimo romano insieme all'incorporamento delle altre fedi sotto il suo controllo. Il Concilio, quindi, si muove da una posizione di "separazione dalle altre religioni" ad un ecumenismo che tutto vorrebbe abbracciare, non solo con le religioni del mondo, ma pure con i cristiani che un tempo erano chiamati eretici, vale a dire con quei cristiani che assumono la Bibbia soltanto come regola della loro fede e della loro condotta. L'Islam, l'Induismo, prima chiamate "religioni pagane" sono ora accettate come religioni che contengono "ciò che è vero e santo"[35]. Questo nuovo approccio è stabilito dalla Chiesa cattolica romana con l'intenzione di conquistare il mondo a sé stessa, soprattutto nei termini di ciò che essa chiama "dialogo". Il Concilio formula le sue regole e gli obiettivi di questo dialogo, enunciati scrupolosamente nel Documento post-conciliare b. 42 sull'Ecumenismo. Esso afferma che: "il dialogo non è un fine a sé stesso … non è solo una discussione accademica"”[36] Al contrario, "il dialogo ecumenico … serve per trasformare le modalità di pensiero e di comportamento come pure la vita quotidiana di quelle comunità [non cattoliche] … In questo modo esso è finalizzato a preparare la via per la loro unità di fede nel seno di una Chiesa una e visibile"[37].

A differenza del Corpo di Cristo, la cui unità è in Gesù Cristo, l'unità che la Chiesa cattolica romana si sforza di giungere è un'unità visibile ed esteriore, una che sia realizzata attraverso la legge civile, per mezzo di una terminologia fortemente ingannevole, come afferma il "Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa".

La posizione ufficiale del Papa è che "l'incontro ecumenico non è semplicemente un'opera individuale, ma pure compito della Chiesa romana, che prende precedenza su ogni opinione individuale"[38]. Il Papato si attende che questo processo di dialogo richieda il suo tempo. Scopo della Chiesa cattolica romana è quello di portare "tutte le chiese cristiane" sotto la propria autorità. Questa sua finalità è apertamente dichiarata. Dice infatti: "...poco per volta, allorché vengono superati gli ostacoli alla perfetta comunione ecclesiale, tutti i cristiani saranno raccolti in una comune celebrazione dell'Eucaristia [la Messa] nell'unità dell'una ed unica Chiesa … Questa unità, noi crediamo, dimora nella Chiesa cattolica come qualcosa che noi non potremo mai perdere"[39].

Papa Giovanni Paolo II, sebbene inizialmente creduto liberale e moderno, consolida ulteriormente i poteri dittatoriali lui attribuiti attraverso il Codice di Diritto Canonico del 1917 e la sua presunta infallibilità conferitagli dal Concilio Vaticano I. Lo fa revisionando il Codice del 1917 e rendendolo ancora più conservatore di quello che era stato. Inoltre è molto attento nel consacrare nuovi vescovi che siano in linea con il suo modo di pensare centralizzato. Come un nuovo Ildebrando, Giovanni Paolo II è determinato di edificare - attraverso sia la legge ecclesiastica che civile - la struttura per la quale il Papato possa esercitare sempre più potere fra le nazioni. Questo stesso Papa Giovanni Paolo II si dimostra irremovibile nell'aggiornare le leggi della Chiesa cattolica romana. Sin dai giorni di Ildebrando, i papi hanno visto la necessità di stabilire leggi ferree ed inflessibili prima di cercare di controllare i propri sudditi, e, se necessario, persino quelli non cattolici. La revisione da parte di Giovanni Paolo II del Codice del 1917 vi introduce nuove leggi. Per esempio, "La Chiesa ha il diritto nativo e proprio di costringere con sanzioni penali i fedeli che hanno commesso delitti"[40]. Un esame di queste leggi mostra come esse siano persino più assolute e totalitarie del passato. Se si rifiuta di sottomettere l'intelletto e la volontà al Papa, oppure se si respingono alcune delle dottrine del Papato, la legge della chiesa prevede che si sia severamente puniti. Per esempio, nel Canone 1312 paragrafo 2, si legge: "Le sanzioni penali nella Chiesa sono: 1) le pene medicinali o censure, 2) le pene espiatorie. La legge può stabilire altre pene espiatorie, che privino il fedele di qualche bene spirituale o temporale e siano congruenti con il fine soprannaturale della Chiesa. Sono inoltre impiegati rimedi penali e penitenze, quelli soprattutto per prevenire i delitti, queste piuttosto per sostituire la pena o in aggiunta ad essa"[41].

Il mistero dell'empietà: giochi di potere nell'era post-moderna

La Chiesa cattolica romana non si accontenta solo di dominare i propri fedeli. Al contrario, ora, nell'epoca del post-modernismo, la globalizzazione[42] è la manifesta idea prevalente dei nostri giorni, per la quale il Papato si era preparato attraverso tutto il XIX e XX secolo. Il "Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa"[43] (Cattolica), la cui raccolta è stata iniziata nel XIX secolo sotto Papa Leone, è un catalogo di leggi del Cattolicesimo romano. Esso espone le idee e le strategie del Papato per ristrutturare l'attuale mondo civile e politico ed estende l'applicazione delle sue leggi e diktat a tutti gli individui del mondo. Per esempio, esso afferma che ogni individuo del mondo sia parte del "bene comune". Tutti fanno parte di questo "bene comune" e tutti avrebbero qualcosa da contribuire al "bene comune". Gli slogan prevalenti del Compendio sono: "equità, uguaglianza, giustizia sociale, giustizia economica, ecc." concetti che vengono definiti nel senso che ciascuno debba partecipare nel condividere ciò che possiede con chiunque lo stato dica che egli debba, che sia d'accordo o meno con quest'idea. Per un po' coloro che fanno resistenza e si dimostrano recalcitranti a questi principi, così definiti, dimostrando così di essere "arretrati", saranno tollerati, poi gli individui dovranno essere forzati a parteciparvi.[44]

Sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI hanno fatto appello alla creazione di una nuova struttura di governo sull'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU). Questo nuovo corpo di governo, conferendo fra di esso, dovrà emettere leggi e diktat che le Nazioni Unite dovranno far applicare con i mezzi più appropriati - in altre parole, un nuovo impero mondiale sovrano in cui gli stati-nazione dovranno semplicemente far applicare forzosamente le leggi ed i diktat di un più alto corpo di governo non eletto. Tutti i beni, risorse e proprietà di ogni tipo saranno soggette alla gestione delle Nazioni Unite e dei suoi stati. In breve, il Papato vorrebbe avere un governo mondiale totalmente centralizzato, un governo in cui la Chiesa cattolica romana sia l'autorità morale e giuridica. A quel fine, la Chiesa cattolica romana è sempre più ardita nell'infondere nei forum pubblici nazionali ed internazionali il proprio ordine del giorno per ristrutturare il mondo secolare civile. Qualunque sia il tipo di personalità manifestata dal nuovo Papa Francesco, egli non cambierà quest'obiettivo centrale del Papato. Questo Compendio di Dottrina sociale viene costantemente aggiornato in funzione delle informazioni che vengono via via raccolte, integrate ed insegnate ai singoli cattolici. La maggior parte dei cattolici non si rendono generalmente conto della strategia del Vaticano che sta dietro a ciò che viene loro insegnato. E' però dovere specifico di ogni laico cattolico-romano di cambiare il suo modo di pensare nell'ambito della società, per allinearsi con la comprensione della chiesa e del governo civile che ne ha il Papato.[45]

Nei cinquant'anni che sono seguiti al Concilio Vaticano II, diligenti laici cattolici-romani di ogni estrazione hanno avuto molto successo nell'introdurre il cavallo di Troia della dottrina sociale cattolica in ogni sorta di gruppi religiosi, politici e sociali. Le chiese evangeliche, per la maggior parte, si sono sentita onorata di vedersi rivolta una tale attenzione. Si rendono però veramente conto di che cosa stia dietro a tutto ciò?

Per almeno settant'anni, la dottrina sociale cattolica è stata esaltata nell'arena politica come mai prima. Testimonianza si ha nelle parole che oggi sono più di moda, coniate non dagli islamici, dagli hindù o dai buddisti, ma dalla Chiesa cattolica romana, come "risistribuzione delle ricchezze", "giustizia sociale", "giustizia economica", "dignità della persona umana", "bene comune", "equità" e "diritto alla vita, al cibo, al riparo, alle cure mediche, all'educazione ed all'impiego". La Dottrina Sociale cattolica viene promossa in tutto il mondo da individui e gruppi cattolici-romani, e tutto questo è incluso in ciò che il Papato chiama "evangelizzazione". Il Papato dice che questo è il dovere di ogni singolo laico cattolico.

E' così che "il mistero dell'empietà", reso manifesto nell'istituzione della Chiesa cattolica romana e dal suo "ministero petrino" nell'ultimo secolo si è mosso efficacemente nella sfera politica, promuovendo ad ogni livello le sue idee non bibliche. Queste idee dovranno essere formulate in leggi rovinose ed ingiuste che condurranno alla servitù di coloro che ne saranno sottomessi. Utopismo, socialismo, comunismo, e totalitarismo sono di fatto tutti figli della dottrina e della pratica del Papismo. Queste empie idee si trovano nel Compendio della sua dottrina sociale e sono parte integrale della dottrina del Cattolicesimo romano.

Sotto la titolazione civile di "Santa Sede", la chiesa cattolica romana possiede i propri ambasciatori in molte nazioni. Rifiutando di sottoporsi essa stessa al dominio delle Nazioni Unite, essa preferisce prendere un posto ufficiale come osservatrice, piuttosto che membro. La Santa Sede ha pure lo status di osservatore nelle Nazioni Unite in molte altre organizzazioni internazionali. La Chiesa cattolica romana, inoltre, possiede un'infrastruttura funzionante in molti paesi del mondo. Si trova quindi in posizione eccellente per avvantaggiarsi dell'idea fiorente della globalizzazione in ogni settore della vita che abbia statisti, idealisti, e dittatori determinati a perseguire i propri fini. Con le proprie "quinte colonne" in ogni nazione, essa è in grado di pervertire l'Evangelo, emarginare le verità insegnate dalle Scritture come irrilevanti o false, e ingannevolmente sviare i cristiani che fondano la loro fede sulla Bibbia soltanto, conducendoli lontano dal loro amore per la verità. Che cosa potrà, allora fermarla dal fare "commercio all'ingrosso" delle anime con i moderni leader delle nazioni alla gloria del proprio potere?

Conclusione

Il "mistero dell'empietà" è sorto sotto la Roma imperiale ed è sopravvissuto alla sua caduta. Nel 537 AD Giustiniano ha fornito le basi legali perché la chiesa romana acquisisse potere civile, quello che poi ha esercitato per i seguenti dieci secoli. Il suo potere temporale è stato arrestato con il ristabilimento normativo della Bibbia e dell'Evangelo biblico durante la Riforma del XVI secolo. E' stato tenuto in scacco dai Puritani del XVII e del XVIII secolo. Ciononostante, essa è sopravvissuta alla scomparsa del Sacro Romano Impero per diventare una nazione sovrana nel XX secolo ed è ora determinata ad avere un ruolo chiave nell'era post-moderna.

L'attuale Papa Francesco è il capo visibile della Chiesa cattolica romana, ma il mistero dell'empietà è ancora al potere proprio dietro al suo trono, per quanto "umile" esso voglia apparire. Il mistero dell'empietà è null'altro che la contraffazione satanica del mistero della pietà. La Scrittura afferma: "Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria"[46]

Il "mistero della pietà" è la grande rivelazione di Dio, che ha avuto piena manifestazione nella Persona del Cristo di Dio. La Scrittura così proclama: "Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi"[47]

Nel contemplare la potenza, sapienza e bontà del Padre, noi pure contempliamo la potenza, sapienza e bontà del Signore Gesù Cristo. In quanto Mediatore, Egli possiede in Sé stesso la natura e le perfezioni di Dio. Il Signore Gesù Cristo soltanto può soddisfare il nostro cuore. Non vi è assolutamente alcun sistema ecclesiastico che possa fare altrettanto e il Cristo non si identifica in esclusiva con alcuno fra essi. E' solo il nostro personale ed immediato rapporto con il nostro Signore che potrà soddisfarci veramente. E' così che la Sua Parola lo esprime: "Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te"[48]. Quanta miseria e vanità nelle promesse del sistema papista in confronto con la Persona del Signore Gesù Cristo, che "si distingue fra diecimila"[49]! Se non fosse per il ristabilimento dell'autorità della sola Bibbia e dell'Evangelo della grazia salvifica durante la Riforma del XVI secolo, il "mistero dell'iniquità" passerebbe ancora inosservato e nessuno lo denuncerebbe in tutta la sua ingannevolezza.

Contrariamente a questo e nonostante che il mistero dell'iniquità sia manifestato in modo così dilagante nel mondo oggi, lo Spirito Santo continua a convincere uomini e donne dei loro peccati di fronte ad un Dio tre volte santo e, attraverso il ravvedimento li conduce alla vita eterna per fede in Gesù Cristo, "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti"[50]. I veri cristiani sono così "adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia"[51]. Le temibili parole del Signore in Matteo 7:21 dovrebbero echeggiare nelle orecchie di coloro che hanno passato l'intera loro vita affidandosi ad un sistema religioso che vorrebbe prendere il posto di Cristo o agire in Suo nome: "Non chiunque mi dice: 'Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli'"

Nessuno che semplicemente riconosca l'autorità di Cristo, creda nella Sua divinità, professi fede nelle Sue perfezioni e nell'infinito merito della Sua opera redentrice, avrà parte alcuna con Dio e la Sua gloria, se non coloro che fanno la volontà di Suo Padre. Il Signore racchiude il comando di credere sintetizzandolo in questo modo: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»[52]. Allo stesso modo l'apostolo Paolo e Sila dichiarano: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia»[53]. La comunione perfetta che Gesù Cristo ha con Dio Padre rimane in eterno e così pure immutato rimane il Suo appello rivolto alla tua persona.

Di fronte a te si pone così la domanda: "Hai gustato il mistero della pietà"? Conoscere personalmente Gesù Cristo significa conoscere l'abbraccio eterno del Dio tre volte santo. Con tutto te stesso stai invocando Dio dicendogli: "Abba, Padre"? E' così che l'appello del Signore nella Scrittura dice: "«Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita"[54]

Quando un peccatore convinto del suo peccato si affida completamente a Cristo soltanto per fede, senza alcuna umana mediazione, quando trova la Sua certezza e rifugio di fronte al Dio tre volte santo, egli si scopre non solo liberato dai suoi peccati ma pure si trova a "regnare nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo"[55]. Coloro che ricevono l'abbondante grazia data da Cristo, non solo sono redenti dal dominio della morte, ma essi vivono e regnano con Cristo attraverso la costante loro comunione con Lui, essendo santificati giorno dopo giorno attraverso la Sua Parola dallo Spirito Santo. Con Lui essi regneranno per sempre e Lo glorificheranno per tutta l'eternità.

Riponi la tua fiducia in Lui soltanto ed in Lui sarai sicuro per sempre, "a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio"[56]. Allora contemplerai "il mistero della pietà". "Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove"[57] 

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Note

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