Ispeziona la soglia a sinistra per scoprire cosa goccila

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La soglia a sinistra la condusse in un corridoio buio. Alla fine di queste un altra scalinata, giusto pochi gradini stavolta. Li scese senza fare troppa attenzione e questo le costò uno scivolone sulla vecchia pietra umidà. Per un istante pensò di atterrare sul duro pavimento impolverato, ma invece fù accolta da dell'acqua gelida. La stanza infatti sembrava allagata. Un acqua nera e maleodorante che arrivava quasi al ginocchio. E considerato che la donna ora era gattoni, questo comportava l'essersi appena inzuppata da capo a piedi. Alzandosi scossa dal gelo e dalla sorpresa, Suzaka si annusò, venendo colta da una forte zaffata di acqua stagnante. Aveva bisogno di una doccia, ma i vestiti sarebbero rimasti rancidi. Guardandosi intorno notò una lucetta in un angolo della stanza. Per sua fortuna il cellulare era sopravvissuto al bagno, e potè utilizzarlo per illuminare quella che era una vecchia lavatrice, posta di fronte ad una asciugatrice. La flebile luce proveniva proprio da uno dei tasti d'accensione, segno che l'apparecchio forse funzionava ancora. Non volendo restare con abiti puzzolenti per tutto il giorno seguende, la donna decise di dar loro una lavata. In un primo momento provò imbarazzo nello spogliarsi in uno scantinato sconosciuto, per mettere nella lavatrice i suoi abiti, ma poi si ricordò che in effetti quella casa era disabitata da anni, e non c'era nessuno che potesse vederla. Ridacchiando della sua stessa vergogna, posò il cellulare sull'asciugatrice, in piedi in maniera tale che il fascio di luce del flash continuasse ad illuminarla, e si tolse il completo, inserendolo nel cestello di carico. Quindi lasciando anche l'ultima traccia di futile pudore, si sfilò anche la biancheria, poenendola insieme al restò. Quindi, rimasta completamente nuda, avviò il ciclo breve di lavaggio. Il fascio di luce del cellulare lampeggiò per un istante, ma un secondo solo, tornando presto ad illuminarla in maniera fissa, quindi lei non se ne preoccupò. Al contrario, quasi non ci fece caso, quando al riaccendersi della luce notò un elettrodomestico sulla lavatrice, che inizialmente non aveva notato. Un Phon. Solo a quel punto si rese effettivamente conto di quanto quel posto fosse freddo ed umido. Non a caso i suoi capezzoli svettavano rigidi nell'aria gelida. Dopo aver verificato che l'apparecchio funzionasse, decise quindi di utilizzarlo per scaldarsi un poco, in attesa che la lavatrice finisse il suo ciclo. Lo accese e direzionò prima il getto d'aria calda sui capelli. Questi si asciugarono molto in fretta, ed ella potè passare al resto del corpo, quasi tremante. In primis il petto, dove l'aria bollente le sollecitò i seni, dando una piacevole e maliziosa sensazione. Il phon restò un pò più del necessario in quel punto, soffiando vento caldo sui capezzoli, che restarono ritti, nonostante il gelo fosse ormai scomparso, ed anzi la donna stesse perfino sudando un poco. Nuovamente la luce tremolò, e le parve di sentire un rumore molto lieve. Quindi si asciugò lo stomaco, una questione di pochi secondi. Venne il momento dell'inguine. Il getto puntato su quell'aria bollente le mandò ondate di piacere, e la fece sentire ancor più indecente. Avvicinò il phon, desiderosa di scottarsi un poco la cosina. Ed in effetti è quello che successe, quando un paio di peli pubici si bruciarono, arricciandosi e mandandole altre sensazioni miste di dolore e piacere. Un nuovo tremolio nella luce, ma lei non vi fece caso, troppo presa a mugugnare, mentre allargando le gambe si puntava il getto sul clitoride.

"Mhmmm! Così! Adesso non hai più freddo vero porcellina? Però guardati, dovresti asciugarti ma sei tutta umidiccia. E adesso tocca al popò..."

Sussurrato questo, con voce dispettosa, serrò di nuovo le gambe e si inclino lievemente in avanti, esponendo i glutei sodi, e portando il phon ad irrorarli con aria bollente. Ben presto le guanciotte posteriori le divennero rosse, mentre la luce dal cellulare continuava a lampeggiare per pochi istanti, ma con maggiore insistenza.

"Oh! Come scotta! Ho il culetto tutto rovente. Mh! Voglio di più!"

Sospirando finalmente tornò a spalancare le gambe, in una posa volgare che metteva in bella vista il buchetto, dove venne puntato ora il getto dell'elettrodomestico.

"WHA! BRUCIA!"

Appena pochi secondi prima che il calore si dimostri essere troppo, ed il phon venga spento. Senza il rumore causato da questo, la donna, man mano che si calmava dalle ondate di dolore e piacere, potè finalmente notare quello strano suono. Sembravano una serie di "Click" e provenivano dal cellulare, ogni volta che la luce di questo veniva a mancare per una frazione di secondo. Ancora frustrata dalla mancato orgasmo, Suzaka si avvicinò al suo apparecchio, comprendendo solo ora che osservava da vicino il fenomeno, cosa stava succedendo. Il cellulare le stava scattando delle foto! Forse era andato in corto per via del bagno di poco prima. Allarmata la ragazza si affrettò a prenderlo, allontanando così l'obbiettivo dalle sue nudità. In effetti nella galleria c'erano numerosissime foto di lei durante tutta quella indecente asciugatura, e perfino dei video. Ma la parte peggiore era il wifi. Era in funzione. In qualche strano modo, il suo smartphone si era connesso ad una rete che non ci sarebbe dovuta essere, e a giudicare dal traffico dati, stava uplodando qualcosa in internet. Nel panico più totale, l'impiegata si mise a smanettare tra le pagine web, per capire dove stava caricando quelle immagini, ed impallidì quando si rese conto che molte delle foto erano state caricate sul suo profilo facebook. In nessuna era mostrata anche la sua faccia, ma questo non le rendeva meno umilianti. A peggiorare la situazione, quelle in cui si vedeva il viso ed i video, erano stati caricati su un forum a tema erotico, con un link alla sua pagina facebook. Alcuni pervertiti avevano già iniziato a commentare sul suo diario, facendo insinuazioni e lasciando intendere che avrebbero potuto caricare altre immagini incriminanti. I messaggi privati che le erano arrivati nel frattempo rendevano chiaro cosa volevano queste persone per non mettere in opera la minaccia velata. Le chiedevano di filmari mentre faceva cose ancora più zozze e di postare il tutto sul forum. In caso contrario avrebbero pubblicato i video e le foto in cui la si riconosceva chiaramente.


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