Cfw-06

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6. LA CADUTA DELLA CREATURA UMANA, IL PECCATO, E LA SUA PUNIZIONE

1. I nostri progenitori sedotti dall'astuzia e dalla tentazione di Satana, peccarono mangiando il frutto proibito (123). E' piaciuto a Dio, secondo il suo saggio e santo consiglio, permettere questo loro peccato, avendo deciso di usarlo alla sua propria glo­ria (124).

  • (123) "Dio il SIGNORE disse alla donna: «Perché hai fatto questo?» La donna rispose: «Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato»" (Genesi 3:13); "Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo" (2 Corinzi 11:3).
  • (124) "Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti" (Romani 11:32).

2. Essi decaddero, per questo peccato, dalla loro rettitudine originale e dalla loro comunione con Dio (125). Nel peccato conobbero la morte (126) e si contaminarono totalmente in ogni loro parte e in ogni loro facoltà fisica e spiritua­le (127).

  • (125) "La donna osservò che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi ad entrambi e s'accorsero che erano nudi; unirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture. Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino" (Genesi 3:6-8); "Questo soltanto ho trovato: che Dio ha fatto l'uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti sotterfugi" (Ecclesiaste 7:29); "...tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23).
  • (126) "...ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai" (Genesi 2:17); "Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati" (Efesini 2:1).
  • (127) "Tutto è puro per quelli che sono puri; ma per i contaminati e gli increduli niente è puro; anzi, sia la loro mente sia la loro coscienza sono impure" (Tito 1:15); "Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?" (Geremia 17:9); " com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno. Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno». «La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode». «Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti». «La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza». «I loro piedi sono veloci a spargere il sangue. Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace». «Non c'è timor di Dio davanti ai loro occhi»" (Romani 3:10‑18).

3. Essendo essi la radice di tutta l'umanità, il loro peccato venne imputa­to (128) alla loro posterità, e ad essa fu trasmessa, attraverso l'ordinario processo di generazione, la stessa morte nel peccato e la stessa natura corrot­ta (129).

  • (128) "Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». ... Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai»" (Genesi 1:27-28; 2:16-17); "Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione" (Atti 17:26); "Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato... Poiché, fino alla legge, il peccato era nel mondo, ma il peccato non è imputato quando non c'è legge. Eppure, la morte regnò, da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Però, la grazia non è come la trasgressione. Perché se per la trasgressione di uno solo, molti sono morti, a maggior ragione la grazia di Dio e il dono della grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati abbondantemente su molti. Riguardo al dono non avviene quello che è avvenuto nel caso dell'uno che ha peccato; perché dopo una sola trasgressione il giudizio è diventato condanna, mentre il dono diventa giustificazione dopo molte trasgressioni. Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell'uno, tanto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell'uno che è Gesù Cristo. Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l'ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti" (Romani 5:12‑19); "Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. ... Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati; ... Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l'ultimo Adamo è spirito vivificante ... E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste." (1 Corinzi 15:21,22,45,49).
  • (129) "Ecco, io sono stato generato nell'iniquità, mia madre mi ha concepito nel peccato" (Salmi 51:5); "Adamo visse centotrent'anni, generò un figlio a sua somiglianza, a sua immagine, e lo chiamò Set;" (Genesi 5:3); "Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno ... Chi è mai l'uomo per esser puro, il nato di donna per esser giusto?" (Giobbe 14:4; 15:14).

4. Tutte le effettive trasgres­sioni sono la conseguenza di questa corruzione originaria (130) che ci ha resi inadatti, inabili ed avversi ad ogni bene (131) e totalmente inclini ad ogni ma­le (132).

  • (130) "... invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte" (Giacomo 1:14-15); "" (Efesini 2:2-3); "" (Matteo 15:19).
  • (131) "" (Romani 5:6; 8:7; 7:18); "" (Colossesi 1:21).
  • (132) "" (Genesi 6:5; 8:21); "" (Romani 3:10‑12).

5. Durante questa vita, la corruzione della natura permane anche in coloro che sono rigenerati (133). Benché perdonata e mortific­ata per mezzo di Cristo, questa natura corrotta con tutte le sue tendenze, è infatti veramente e propriamente peccaminosa (134).

  • (133) "" (1 Giovanni 1:8,10); "" (Romani 7:14,17,18­,23); "" (Giacomo 3:2); "" (Proverbi 20:9); "" (Ecclesiaste 7:20).
  • (134) "" (Romani 7:5,7,8,25); "" (Galati 5:17).

6. Ogni peccato, sia quello originale che effettivo, essendo una trasgressi­one della giusta legge di Dio, e quindi ad essa contrario (135), sottopone il peccatore, per sua propria natura, al giudizio di Dio (136), lo rende passibile dell'ira di Dio (137) ed della maledizione della legge (138), e così alla morte (139), con tutte le miserie spi­rituali (140), tempora­li (141) ed eterne (142) ad essa attinenti.

  • (135) "" (1 Giovanni 3:4).
  • (136) "" (Romani 2:15; 3:9, 19).
  • (137) "" (Efesini 2:3).
  • (138) "" (Galati 3:10).
  • (139) "" (Romani 6:23).
  • (140) "" (Efesini 4:18).
  • (141) ­"" (Romani 8:20); "" (Lamentazioni 3:39).
  • (142) "" (Matteo 25:41); "" (2 Tessalonicesi 1:9).





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