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== Approfondimento ==
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=== Riaffermazione della cristologia calcedonese ===
La Confessione di fede valdese si colloca decisamente e senza ambiguità, nell'ambito dell'ortodossia cristologica stabilita dai concili ecumenici dei primi cinque secoli della storia cristiana. Si contrappone, così, alle innumerevoli eresie che nel corso del tempo hanno afflitto ed ancora affliggono il mondo cristiano a proposito della natura del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, così come ci viene presentata dalle Sacre Scritture. Non si tratta di sottigliezze ed astratte speculazioni teologiche e filosofiche: attenersi all'ortodossia storicamente accertata protegge la fede cristiana da involuzioni e deviazioni letali, così come la storia ha dimostrato dove esse hanno preso piede.
La Confessione di fede valdese si colloca decisamente e senza ambiguità, nell'ambito dell'ortodossia cristologica stabilita dai concili ecumenici dei primi cinque secoli della storia cristiana. Si contrappone, così, alle innumerevoli eresie che nel corso del tempo hanno afflitto ed ancora affliggono il mondo cristiano a proposito della natura del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, così come ci viene presentata dalle Sacre Scritture. Non si tratta di sottigliezze ed astratte speculazioni teologiche e filosofiche: attenersi all'ortodossia storicamente accertata protegge la fede cristiana da involuzioni e deviazioni letali, così come la storia ha dimostrato dove esse hanno preso piede.
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::"Perciò, seguendo i santi Padri, noi tutti di unico accordo insegniamo agli uomini di conoscere uno e lo stesso Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, completo nella Divinità e nell’umanità allo stesso tempo, autenticamente Dio ed autenticamente uomo, essendo completo di un’anima razionale e di un corpo; di una sostanza con il Padre per quanto riguarda la sua divinità  e allo steso tempo di una sostanza con noi per quanto concerne la sua umanità; come noi in tutti gli aspetti eccetto che nel peccato; quanto alla sua divinità generato dal Padre prima dei tempi, ma per la sua umanità generato per noi uomini e per la nostra salvezza da Maria la Vergine, la portatrice di Dio; uno e lo stesso Cristo, Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto IN DUE NATURE, SENZA CONFUSIONE, SENZA CAMBIAMENTO, SENZA DIVISIONE, SENZA SEPARAZIONE; la distinzione tra le nature non è affatto annullata dall’unione, ma piuttosto le caratteristiche di ciascuna natura sono conservate e procedono assieme per formare una persona ed un subsistenza, non divise o separate in due persone, ma uno solo e lo stesso Figlio e unigenito Dio la Parola, Signore Gesù Cristo; come anche i profeti dagli antichi tempi hanno parlato di lui e il nostro Signore Gesù Cristo stesso ha insegnato di se stesso e il Credo dei Padri ci ha lasciato in eredità".
::"Perciò, seguendo i santi Padri, noi tutti di unico accordo insegniamo agli uomini di conoscere uno e lo stesso Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, completo nella Divinità e nell’umanità allo stesso tempo, autenticamente Dio ed autenticamente uomo, essendo completo di un’anima razionale e di un corpo; di una sostanza con il Padre per quanto riguarda la sua divinità  e allo steso tempo di una sostanza con noi per quanto concerne la sua umanità; come noi in tutti gli aspetti eccetto che nel peccato; quanto alla sua divinità generato dal Padre prima dei tempi, ma per la sua umanità generato per noi uomini e per la nostra salvezza da Maria la Vergine, la portatrice di Dio; uno e lo stesso Cristo, Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto IN DUE NATURE, SENZA CONFUSIONE, SENZA CAMBIAMENTO, SENZA DIVISIONE, SENZA SEPARAZIONE; la distinzione tra le nature non è affatto annullata dall’unione, ma piuttosto le caratteristiche di ciascuna natura sono conservate e procedono assieme per formare una persona ed un subsistenza, non divise o separate in due persone, ma uno solo e lo stesso Figlio e unigenito Dio la Parola, Signore Gesù Cristo; come anche i profeti dagli antichi tempi hanno parlato di lui e il nostro Signore Gesù Cristo stesso ha insegnato di se stesso e il Credo dei Padri ci ha lasciato in eredità".
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=== Le nature di Cristo ===
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La Bibbia rappresenta Cristo come una Persona che ha in Sé stesso due nature, una divina e l'altra umana. Questo è il grande mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne (1 Timoteo 3:16).
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'''a. Le due nature.''' Dato che ai giorni nostri molti negano la divinità di Cristo, è necessario sottolineare come la Scrittura lo dimostri. Alcuni brani dell'Antico Testamento lo indicano chiaramente, come Isaia 9:6; Geremia 23:6; Michea 5:2; Malachia 3:1. Le prove nel Nuovo Testamento sono più abbondanti: Matteo 1:27; 16:16; 26:63,64; Giovanni 1:1,18; Apocalisse 19:16. L'umanità di Gesù non è messa in questione. Di fatto l'unica divinità che molti Gli ascrivono è quella di una perfetta umanità. Dell'umanità di Cristo vi è prova abbondante. Parla di Sé stesso come di un uomo (Giovanni 8:40), e così viene chiamato da altri (Atti 2:22; Ronmani 5:15; 1 Corinzi 15:21). Egli aveva gli elementi essenziali della natura umana, cioè un corpo ed un'anima (Matteo 26:26,38; Luca 24:39; Ebrei 2:14). Inoltre Egli era soggetto alle leggi dell'ordinario sviluppo umano (Luca 2:40, 52), ai bisogni ed alle sofferenze umane (Matteo 4:2; 8:24; Luca 22:44; Giovanni 4:6; 11:35; 12:27; Ebrei 2:10,18; Ebrei 5:7,8). Eppure, sebbene Egli fosse vero uomo, Egli era senza peccato. Egli non ha mai commesso ciò che Dio considera peccato, né poteva commetterlo (Giovanni 8:46; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 9:14; 1 Pietro 2:22; 1 Giovanni 3:5). Era necessario che Cristo fosse sia uomo che Dio. Solo come uomo, infatti, avrebbe potuto essere il nostro sostituto, soffrire e morire; e solo come uomo privo di peccato che Egli avrebbe potuto espiare i peccati di altri. Solo come Dio, inoltre, il Suo sacrificio avrebbe avuto valore infinito, portare su di Sé tutto il peso dell'ira di Dio tanto da liberarne altri (Salmi 40:7-10; 130:3).
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'''b. Le due nature unite in una sola Persona.''' Cristo ha una natura umana, ma Egli non è una "persona umana." La Persona del Mediatore è l'immutabile Figlio di Dio. Nell'incarnazione Egli non si trasforma in una persona umana, né adotta la persona umana. Egli semplicemente assume, oltre alla Sua natura divina, una natura umana, la quale non si sviluppa in una personalità indipendente, ma diventa personale nella Persona del Figlio di Dio. Dopo aver assunto la natura umana, la Persona del Mediatore non è solo divina, ma divina e umana; Egli è il Dio-uomo, che possiede tutte le qualità essenziali sia della natura umana che di quella divina. Egli ha al tempo stesso una consapevolezza umana ed una consapevolezza divina, come pure una volontà umana ed una divina. Si tratta di un mistero che non possiamo spiegare totalmente. La Scrittura indica chiaramente l'unità della Persona di Cristo. E' sempre la stessa Persona che parla, benché la mente che si esprime è sia divina che umana (Giovanni 10:30; 17:5, cfr. Matteo 27:46; Giovanni 19:28). Talvolta attributi ed azioni umane vengono ascritte alla Persona designata con titoli divini (Atti 20:28; 1 Corinzi 2:8; Colossesi 1:13,14), ed attributi ed azioni divine vengono talora ascritti alla Persona designata con un titolo umano (Giovanni 3:13; 6:62; Romani 9:5).
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c. Alcuni degli errori più importanti su questa dottrina. Nella Chiesa primitiva gli Alogi e gli Ebioniti negavano la divinità di Cristo. Questa negazione era condivisa dai Sociniani al tempo della Riforma, e dagli Unitari e Modernisti dei giorni nostri. Nella Chiesa dei primi secoli è in particolare Ario a non rendere piena giustizia alla piena divinità di Cristo, e Lo considera come un semi-dio, mentre Apollinare non riconosceva la Sua piena umanità, ma sosteneva che il Logos divino aveva in Cristo preso il posto dello spirito umano. I Nestoriani negano l'unità delle due nature in un'unica Persona, e gli Eutichiani non distinguevano bene le due nature.
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== Conclusione ==
== Conclusione ==

Revision as of 18:52, 15 March 2013

Contents

L'articolo XIII

Introduzione

La fede cristiana si distingue da ogni altra religione per le affermazioni che fa sulla Persona e sull'opera di Gesù di Nazareth. Esse sono uniche, stupefacenti e persino scandalose. La fede cristiana afferma che Gesù non è "uno fra i tanti", un leader religioso, un saggio, un profeta, un maestro come altri, e neanche solo "il più grande", ma che in Lui Dio stesso si fa uomo in modo unico ed irripetibile. Considerata da molti anche oggi come un mito, un'idealizzazione, una superstizione o persino una bestemmia, l'affermazione sulla natura sia umana che divina di Gesù di Nazareth era qualcosa che anche ai tempi di Gesù traspariva non solo agli occhi della fede dei Suoi discepoli, ma anche in affermazioni pubbliche che tanto scandalizzavano i Suoi stessi contemporanei da suscitarne l'ira omicida: "«Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio»" (Giovanni 10:33).

La Confessione di fede valdese fa eco alla fede della maggior parte dei cristiani di ogni tempo e paese e proclama la natura sia umana che divina del Signore e Salvatore Gesù Cristo. Essa specifica poi quale sia il rapporto fra l'umano e il divino in Gesù nei termini degli antichi Credo. Pur rimanendo un mistero non facilmente spiegabile, il rapporto fra umano e divino in Gesù comporta significative implicazioni che solo dei critici disavveduti possono ignorare.

L'articolo XIII

Che vi sono due nature in Jesu Christo, la divina e l'humana, veramente unite in una stessa persona, senza confusione, senza separatione, senza divisione, senza cangiamento, l'una e l'altra natura serbando le sue distinte proprietà e che Jesu Christo è insieme vero Dio e vero huomo.

Includendo le citazioni bibliche a suo supporto, potremmo ampliare questo articolo nel modo seguente:

In Gesù Cristo vi sono due nature: quella divina e quella umana. Gesù è nato in modo naturale da un'autentica donna, ma il Suo concepimento è avvenuto in modo miracoloso attraverso l'intervento potente in lei dello Spirito Santo (Sua madre era vergine, cioè non aveva avuto rapporto con un uomo). Le Sacre Scritture così proclamano Gesù "Dio con noi", Dio nel nostro mezzo come essere umano, il Figlio di Dio, il Santo.

Gesù nasce secondo la carne dalla stirpe di Davide, ma la Sua divinità è confermata e proclamata attraverso la Sua risurrezione dai morti. Egli è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Gesù è stato elevato in gloria e creduto nel mondo Parola di Dio diventata carne che ha abitato per un tempo fra noi. Splendore della gloria di Dio e impronta della Sua essenza, Gesù, il Cristo, è lo stesso che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza. Dopo aver fatto la purificazione dei peccati di coloro che Dio ha eletto a salvezza, morendo in croce, si è seduto nella gloria alla destra della Maestà di Dio.

In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità: per questo e solo così è stato possibile che Gesù diventasse per coloro che Gli appartengono sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.

Al fine di evitare equivoci e distorsioni concettuali che non renderebbero giustizia a tutto l'insegnamento biblico, è importante pure affermare che la natura umana e divina di Cristo sono da considerarsi realmente unite in una stessa persona. Ciononostante, fra la natura umana di Gesù e quella divina non vi è alcuna confusione: non vi è alcuna mescolanza fra ciò che è umano e ciò che è divino in Lui. Dio si accosta ed unisce a ciò che è creato, ma non vi si confonde. Eppure, fra ciò che è divino ed umano in Gesù non c'è alcuna separazione e divisione, né tanto meno cambiamento. La natura divina e quella umana in Gesù conservano le loro proprietà distinte.

Noi confessiamo quindi che Gesù è vero Dio e vero uomo.

Approfondimento

Riaffermazione della cristologia calcedonese

La Confessione di fede valdese si colloca decisamente e senza ambiguità, nell'ambito dell'ortodossia cristologica stabilita dai concili ecumenici dei primi cinque secoli della storia cristiana. Si contrappone, così, alle innumerevoli eresie che nel corso del tempo hanno afflitto ed ancora affliggono il mondo cristiano a proposito della natura del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, così come ci viene presentata dalle Sacre Scritture. Non si tratta di sottigliezze ed astratte speculazioni teologiche e filosofiche: attenersi all'ortodossia storicamente accertata protegge la fede cristiana da involuzioni e deviazioni letali, così come la storia ha dimostrato dove esse hanno preso piede.

Questa Confessione riafferma, sulla natura del Cristo, quanto già la Definizione di Calcedonia (451) aveva affermato:

"Perciò, seguendo i santi Padri, noi tutti di unico accordo insegniamo agli uomini di conoscere uno e lo stesso Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, completo nella Divinità e nell’umanità allo stesso tempo, autenticamente Dio ed autenticamente uomo, essendo completo di un’anima razionale e di un corpo; di una sostanza con il Padre per quanto riguarda la sua divinità e allo steso tempo di una sostanza con noi per quanto concerne la sua umanità; come noi in tutti gli aspetti eccetto che nel peccato; quanto alla sua divinità generato dal Padre prima dei tempi, ma per la sua umanità generato per noi uomini e per la nostra salvezza da Maria la Vergine, la portatrice di Dio; uno e lo stesso Cristo, Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto IN DUE NATURE, SENZA CONFUSIONE, SENZA CAMBIAMENTO, SENZA DIVISIONE, SENZA SEPARAZIONE; la distinzione tra le nature non è affatto annullata dall’unione, ma piuttosto le caratteristiche di ciascuna natura sono conservate e procedono assieme per formare una persona ed un subsistenza, non divise o separate in due persone, ma uno solo e lo stesso Figlio e unigenito Dio la Parola, Signore Gesù Cristo; come anche i profeti dagli antichi tempi hanno parlato di lui e il nostro Signore Gesù Cristo stesso ha insegnato di se stesso e il Credo dei Padri ci ha lasciato in eredità".

Le nature di Cristo

La Bibbia rappresenta Cristo come una Persona che ha in Sé stesso due nature, una divina e l'altra umana. Questo è il grande mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne (1 Timoteo 3:16).

a. Le due nature. Dato che ai giorni nostri molti negano la divinità di Cristo, è necessario sottolineare come la Scrittura lo dimostri. Alcuni brani dell'Antico Testamento lo indicano chiaramente, come Isaia 9:6; Geremia 23:6; Michea 5:2; Malachia 3:1. Le prove nel Nuovo Testamento sono più abbondanti: Matteo 1:27; 16:16; 26:63,64; Giovanni 1:1,18; Apocalisse 19:16. L'umanità di Gesù non è messa in questione. Di fatto l'unica divinità che molti Gli ascrivono è quella di una perfetta umanità. Dell'umanità di Cristo vi è prova abbondante. Parla di Sé stesso come di un uomo (Giovanni 8:40), e così viene chiamato da altri (Atti 2:22; Ronmani 5:15; 1 Corinzi 15:21). Egli aveva gli elementi essenziali della natura umana, cioè un corpo ed un'anima (Matteo 26:26,38; Luca 24:39; Ebrei 2:14). Inoltre Egli era soggetto alle leggi dell'ordinario sviluppo umano (Luca 2:40, 52), ai bisogni ed alle sofferenze umane (Matteo 4:2; 8:24; Luca 22:44; Giovanni 4:6; 11:35; 12:27; Ebrei 2:10,18; Ebrei 5:7,8). Eppure, sebbene Egli fosse vero uomo, Egli era senza peccato. Egli non ha mai commesso ciò che Dio considera peccato, né poteva commetterlo (Giovanni 8:46; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 9:14; 1 Pietro 2:22; 1 Giovanni 3:5). Era necessario che Cristo fosse sia uomo che Dio. Solo come uomo, infatti, avrebbe potuto essere il nostro sostituto, soffrire e morire; e solo come uomo privo di peccato che Egli avrebbe potuto espiare i peccati di altri. Solo come Dio, inoltre, il Suo sacrificio avrebbe avuto valore infinito, portare su di Sé tutto il peso dell'ira di Dio tanto da liberarne altri (Salmi 40:7-10; 130:3).

b. Le due nature unite in una sola Persona. Cristo ha una natura umana, ma Egli non è una "persona umana." La Persona del Mediatore è l'immutabile Figlio di Dio. Nell'incarnazione Egli non si trasforma in una persona umana, né adotta la persona umana. Egli semplicemente assume, oltre alla Sua natura divina, una natura umana, la quale non si sviluppa in una personalità indipendente, ma diventa personale nella Persona del Figlio di Dio. Dopo aver assunto la natura umana, la Persona del Mediatore non è solo divina, ma divina e umana; Egli è il Dio-uomo, che possiede tutte le qualità essenziali sia della natura umana che di quella divina. Egli ha al tempo stesso una consapevolezza umana ed una consapevolezza divina, come pure una volontà umana ed una divina. Si tratta di un mistero che non possiamo spiegare totalmente. La Scrittura indica chiaramente l'unità della Persona di Cristo. E' sempre la stessa Persona che parla, benché la mente che si esprime è sia divina che umana (Giovanni 10:30; 17:5, cfr. Matteo 27:46; Giovanni 19:28). Talvolta attributi ed azioni umane vengono ascritte alla Persona designata con titoli divini (Atti 20:28; 1 Corinzi 2:8; Colossesi 1:13,14), ed attributi ed azioni divine vengono talora ascritti alla Persona designata con un titolo umano (Giovanni 3:13; 6:62; Romani 9:5).




c. Alcuni degli errori più importanti su questa dottrina. Nella Chiesa primitiva gli Alogi e gli Ebioniti negavano la divinità di Cristo. Questa negazione era condivisa dai Sociniani al tempo della Riforma, e dagli Unitari e Modernisti dei giorni nostri. Nella Chiesa dei primi secoli è in particolare Ario a non rendere piena giustizia alla piena divinità di Cristo, e Lo considera come un semi-dio, mentre Apollinare non riconosceva la Sua piena umanità, ma sosteneva che il Logos divino aveva in Cristo preso il posto dello spirito umano. I Nestoriani negano l'unità delle due nature in un'unica Persona, e gli Eutichiani non distinguevano bene le due nature.


Conclusione

Ancora oggi intellettuali e divulgatori disavveduti in molte chiese sembrano dilettarsi nello "sport" di mettere in discussione ogni singola affermazione dell'ortodossia teologica con abili sofismi, accusandola di aver fatto proprie, nelle sue definizioni, categorie filosofiche estranee alla rivelazione biblica. Quali sono, però, i presupposti e le finalità di tali critiche? Queste tendenze moderne si compiacciono persino di "rivalutare" antichi ed ampiamente condannati errori. L'ortodossia, però, tiene in magistrale equilibrio e concilia tutte le affermazioni che le Scritture fanno sull'identità di Cristo. Violare l'ortodossia vuol dire di fatto non solo cadere a nostro danno in inconciliabili contraddizioni ed incoerenze che pregiudicano l'integrità delle Scritture in quanto coerente Parola di Dio, ma anche in comportamenti deleteri. A questo riguardo, già l'apostolo Pietro scriveva: "Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata" (2 Pietro 2:1).

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