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*'''La Bibbia è completa e perfetta regola di fede e di condotta.''' "...fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:15-17);  "Attenetevi alla legge e alla testimonianza! Se un popolo non parla in questo modo, è perché in esso non c'è luce" (Isaia 8:20).
*'''La Bibbia è completa e perfetta regola di fede e di condotta.''' "...fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:15-17);  "Attenetevi alla legge e alla testimonianza! Se un popolo non parla in questo modo, è perché in esso non c'è luce" (Isaia 8:20).
==Commento==
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Dopo avere posto le basi della nostra fede nell'esistenza del Dio vero e vivente, Creatore e Reggitore dell'universo, il quale fa conoscere Sé stesso e la Sua volontà attraverso la rivelazione naturale e sovrannaturale, il Catechismo precisa la natura dello strumento della Sua rivelazione sovrannaturale, la Bibbia.  Esso afferma che la Parola di Dio ci viene comunicata per iscritto nella raccolta di libri che noi chiamiamo Bibbia (il libro per eccellenza), la Scrittura (o le Scritture) per eccellenza. Per questo motivo esse sono definite ''le Sacre Scritture'', o la sacra Bibbia.  
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Nella nostra esposizione della nostra fede, dopo averne posto le basi nell'esistenza del Dio vero e vivente, Creatore e Reggitore dell'universo, il quale fa conoscere Sé stesso e la Sua volontà attraverso la rivelazione naturale e sovrannaturale, dobbiamo ora precisare la natura dello strumento della Sua rivelazione sovrannaturale, la Bibbia.  Noi affermiamo che la Parola di Dio ci viene comunicata per iscritto nella raccolta di libri che noi chiamiamo Bibbia (il libro per eccellenza), la Scrittura (o le Scritture per eccellenza). Per questo motivo esse sono definite ''le Sacre Scritture'', o la sacra Bibbia.  
Le Scritture sono definite "sacre" o sante perché (1) sono rivelazione di un Dio santo, (2) perché presentano un insegnamento santo (unico nel suo genere, a parte), e (3) perché quando sono accolte con fede autentica conducono ad una vita santa (moralmente conforme alla volontà di Dio).
Le Scritture sono definite "sacre" o sante perché (1) sono rivelazione di un Dio santo, (2) perché presentano un insegnamento santo (unico nel suo genere, a parte), e (3) perché quando sono accolte con fede autentica conducono ad una vita santa (moralmente conforme alla volontà di Dio).
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Nella Bibbia, la radice ebraica da cui deriva il concetto di "santo" קדשׁ (qâdash) e greca ἁγιάζω (hagiazō), si applica a persone, occasioni ed oggetti "messe a parte", "riservate", sottratte all'uso comune e dedicate, appartenenti a Dio. E' così che Dio è santo, cioè "separato" per Sua stessa natura da altri (falsi) déi e dai peccatori, inavvicinabile da essi se non attraverso un Mediatore e da un sacrificio espiatorio dalle conseguenze legali del peccato (Isaia 6:3-5).
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Nella Bibbia, la radice ebraica da cui deriva il concetto di "santo" [קדשׁ (qâdash) e greca ἁγιάζω (hagiazō]), si applica a persone, occasioni ed oggetti "messe a parte", "riservate", sottratte all'uso comune e dedicate, appartenenti a Dio. E' così che Dio è santo, cioè "separato" per Sua stessa natura da altri (falsi) déi e dai peccatori, inavvicinabile da essi se non attraverso un Mediatore e da un sacrificio espiatorio dalle conseguenze legali del peccato (Isaia 6:3-5).
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Confessiamo che le Sacre Scritture sono Parola di Dio nel senso semplice e letterale in cui si usa il verbo  essere. Esse sono senza alcuna riserva o distinguo Parola di Dio in forma scritta. Dire che la Bibbia stessa, in quanto libro, sia Parola di Dio significa dire che le parole di cui essa è composta sono quelle stesse che Dio ha inteso dovessero essere usate.
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Confessiamo che le Sacre Scritture sono Parola di Dio nel senso semplice e letterale in cui si usa il verbo  essere. Esse sono senza alcuna riserva o distinguo Parola di Dio in forma scritta. Dire che la Bibbia stessa, in quanto libro, sia Parola di Dio significa dire che le parole di cui essa è composta sono quelle stesse che Dio ha inteso vi dovessero essere scritte.
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La Bibbia contiene la Parola di Dio nel senso che la Parola di Dio forma il contenuto della Bibbia, allo stesso modo in cui diciamo che la Bibbia contiene due testamenti, l'antico ed il nuovo, o che la Bibbia contiene 66 libri. Quando diciamo che la Bibbia "contiene" la Parola di Dio non intendiamo dire che la Parola di Dio formi solo una parte del contenuto della Bibbia, mentre il resto sarebbero solo parole umane (come si potrebbe dire che una bottiglia contenga, ad esempio, una percentuale di socco di frutta ed il resto è acqua). Non si intende nemmeno dire che la Bibbia "contiene" la Parola di Dio nel senso che vi sia una distinzione fra le parole della Bibbia e la Parola di Dio "contenuta" in esse. Questa distinzione, popolare in alcuni ambienti, non può essere conciliata con le affermazioni della Bibbia stessa, né con la dottrina al riguardo della Scrittura presentata dalle storiche confessioni di fede della Riforma. Se le parole scritte della Bibbia non fossero in sé stesse di fatto la Parola di Dio, la Bibbia non potrebbe essere considerata infallibile.
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La Bibbia contiene la Parola di Dio nel senso che la Parola di Dio forma il contenuto della Bibbia, allo stesso modo in cui diciamo che la Bibbia contiene due testamenti, l'antico ed il nuovo, o che la Bibbia contiene 66 libri. Quando diciamo che la Bibbia "contiene" la Parola di Dio non intendiamo dire che la Parola di Dio formi solo una parte del contenuto della Bibbia, mentre il resto sarebbero solo parole umane (come si potrebbe dire che una bottiglia contenga, ad esempio, una percentuale di socco di frutta ed acqua). Non si intende nemmeno dire che la Bibbia "contiene" la Parola di Dio nel senso che vi sia una distinzione fra le parole della Bibbia e la Parola di Dio "contenuta" in esse. Questa distinzione, popolare in alcuni ambienti, non può essere conciliata con le affermazioni della Bibbia stessa, né con la dottrina al riguardo della Scrittura presentata dalle storiche confessioni di fede della Riforma. Se le parole scritte della Bibbia non fossero in sé stesse di fatto la Parola di Dio, la Bibbia non potrebbe essere considerata infallibile.
In che modo tutto questo può essere conciliato con il fatto che la Bibbia contiene anche parole pronunciate da Satana o da persone malvagie? Quando la Bibbia riporta parole di Satana o parole di persone malvagie, si tratta di citazioni attraverso le quali Dio ci vuole impartire particolari lezioni.  
In che modo tutto questo può essere conciliato con il fatto che la Bibbia contiene anche parole pronunciate da Satana o da persone malvagie? Quando la Bibbia riporta parole di Satana o parole di persone malvagie, si tratta di citazioni attraverso le quali Dio ci vuole impartire particolari lezioni.  
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La frase, per esempio, «Non c'è Dio» è una menzogna, ma se leggiamo il contesto, l'intero versetto in cui essa si trova, vedremo come essa sia stata pronunciata da uno stolto. L'intero versetto: "Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio»" (Salmo 14:1) è finalizzato a denunciare la stoltezza di chi fa tali affermazioni ed il resto del testo mette in evidenza pure la corruzione morale di chi le fa. Allo stesso modo: "Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita" (Giobbe 2:4) è una menzogna espressamente riferita a Satana, del quale la Scrittura dice: "Non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Giovanni 8:44). Il seguito del racconto di Giobbe smentisce le insinuazioni di Satana.  
La frase, per esempio, «Non c'è Dio» è una menzogna, ma se leggiamo il contesto, l'intero versetto in cui essa si trova, vedremo come essa sia stata pronunciata da uno stolto. L'intero versetto: "Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio»" (Salmo 14:1) è finalizzato a denunciare la stoltezza di chi fa tali affermazioni ed il resto del testo mette in evidenza pure la corruzione morale di chi le fa. Allo stesso modo: "Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita" (Giobbe 2:4) è una menzogna espressamente riferita a Satana, del quale la Scrittura dice: "Non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Giovanni 8:44). Il seguito del racconto di Giobbe smentisce le insinuazioni di Satana.  
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Le affermazioni della Bibbia non possono essere semplicemente estratte dalla Bibbia e spiegate come se potessero essere prese di per sé stesse, ma vanno inquadrate nel loro contesto immediato e generale del messaggio biblico. Vale il principio che la Bibbia interpreta sé stessa, per il quale frasi che di per sé potrebbero suscitare in noi delle perplessità o non essere abbastanza chiare vanno confrontare e spiegate con altre affermazioni di maggior chiarezza nella Bibbia sullo stesso tema.
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Le affermazioni della Bibbia non possono essere semplicemente estratte dalla Bibbia e spiegate come se potessero essere prese di per sé stesse, ma vanno inquadrate nel loro contesto immediato e generale del messaggio biblico. Vale il principio che la Bibbia interpreta sé stessa, per il quale frasi che di per sé potrebbero suscitare in noi delle perplessità o non essere abbastanza chiare vanno confrontare e spiegate con altre affermazioni di maggior chiarezza nella Bibbia sullo stesso tema. Inoltre, ogni qual volta il cristiano trova nella Bibbia cose che lo rendono perplesso o che non sa spiegare, egli non le giudica, ma "si inchina" ad esse con rispetto e le accetta, sperando e pregando che, nel corso del tempo, diventando spiritualmente più maturo ed approfondendone lo studio con l'aiuto di Dio, egli possa giungere a comprenderle.
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Affermiamo poi che le Sacre Scritture sono ''l'unica regola'' di fede e di ubbidienza. La nostra fede e la nostra vita vanno conformate ad essa soltanto in quanto esse sono autorevole Parola di Dio. Non è lecito affiancare ad esse altre "autorità" che possano vantare uguale autorevolezza e determinare la nostra fede e la nostra condotta. Forse che quest'affermazione escluderebbe l'autorevolezza normativa, per esempio, delle Confessioni di fede della Riforma? No, perché esse intendono solo riassumere e sistematizzare l'insegnamento delle Scritture e ne rimangono sempre soggette. L'autorità delle Confessioni di fede è secondaria e derivata. Essi possono essere riveduti se, su uno o più punti che essi presentano, può essere proposta in modo dimostrabile una migliore esposizione di quanto la Bibbia presenta. Le confessioni di fede sono un'autorità dipendente.
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Noi, affermiamo poi che le Sacre Scritture sono ''l'unica regola'' di fede e di ubbidienza. La nostra fede e la nostra vita vanno conformate ad essa soltanto in quanto esse sono autorevole Parola di Dio. Non è lecito affiancare ad esse altre "autorità" che possano vantare uguale autorevolezza e determinare la nostra fede e la nostra condotta. Forse che quest'affermazione escluderebbe l'autorevolezza normativa, per esempio, delle Confessioni di fede della Riforma? No, perché esse intendono solo riassumere e sistematizzare l'insegnamento delle Scritture e ne rimangono sempre soggette. L'autorità delle Confessioni di fede è secondaria e derivata. Esse possono essere rivedute se, su uno o più punti che presentano, può essere proposta in modo dimostrabile una migliore esposizione di quanto la Bibbia presenta. Le confessioni di fede sono un'autorità dipendente.
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Il Cattolicesimo romano afferma come le Sacre Scritture non siano l'unica nostra autorità da ubbidire per quanto riguarda la fede e la condotta perché essa si accompagnerebbe, a suo dire, dall'autorità della propria tradizione ecclesiastica. Il loro concetto si fonda su diversi presupposti contestabili: (1) che gli Apostoli avrebbero lasciato tradizioni orali non scritte di uguale autorità con le Scritture di cui la Chiesa cattolica romana sarebbe depositaria; (2) che la Chiesa cattolica romana è il successore legittimo degli Apostoli e che (3) quanto le sue autorità decretano sarebbe suggellato da Dio ed ispirato dallo Spirito Santo promesso alla Chiesa. Queste pretese, però, sono dimostrabilmente fallaci, anzi, aprono la strada ad abusi di ogni genere tanto quanto lo sono le affermazioni di diversi gruppi settari che pretendono di possedere nuove rivelazioni o nuovi e "incontestabili" profeti in grado di dare l'interpretazione "esatta" del contenuto delle Scritture.  
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Il Cattolicesimo romano afferma come le Sacre Scritture non siano l'unica nostra autorità da ubbidire per quanto riguarda la fede e la condotta perché essa si accompagnerebbe, a suo dire, dall'autorità della propria tradizione ecclesiastica, del proprio autorevole e benedetto "Magistero" ufficiale. Il loro concetto si fonda su diversi presupposti contestabili: (1) che gli Apostoli avrebbero lasciato tradizioni orali non scritte di uguale autorità con le Scritture di cui la Chiesa cattolica romana sarebbe depositaria; (2) che le autorità religiose vaticane siano successori legittime degli Apostoli e che (3) quanto esse decretano sarebbe suggellato da Dio ed ispirato dallo Spirito Santo promesso alla Chiesa. Queste pretese, però, sono dimostrabilmente fallaci, anzi, aprono la strada ad abusi di ogni genere tanto quanto lo sono le affermazioni di diversi gruppi settari che pretendono di possedere nuove rivelazioni o nuovi e "incontestabili" profeti in grado di dare l'interpretazione "esatta" del contenuto delle Scritture.  
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Il "modo giusto" di interpretare le Sacre Scritture dipenderebbe forse pure dai risultati della moderna critica biblica che pretende di essere "fondata scientificamente"? Benché una critica biblica rispettosa del testo biblico in quanto Parola di Dio, possa aiutarci a comprenderlo meglio, essa non va, però, assolutizzata dogmaticamente come se quanto afferma fosse incontestabile e chi osasse farlo non fosse che "un ignorante" (come si sente talvolta affermare). Molte delle affermazioni della "critica biblica" sono influenzate dai presupposti filosofici che la determinano e rivelano un approccio errato alle Sacre Scritture, le quali non possono essere equiparate ad altri libri ma devono essere affrontate in maniera conforme alla loro particolare natura. Il modo con il quale gli scrittori del Nuovo Testamento considerano gli scritti dell'Antico Testamento, anzi, il modo in cui Gesù legge le Scritture è pure quello che il cristiano considererà normativo sulla base della propria confessione di fede. Il cristiano deve chiedersi quale sia l'autorità ultima che determina come le Scritture debbano essere lette ed interpretate. Quella dell'autorità ecclesiastica oppure quella della scienza, ritenute "incontestabili"? No, il cristiano si attiene all'autorità di Cristo evidenziata nelle Scritture stesse.
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Ancora, il "modo giusto" di interpretare le Sacre Scritture dipenderebbe forse pure dai risultati della moderna critica biblica che pretende di essere "fondata scientificamente"? Benché una critica biblica rispettosa del testo biblico in quanto Parola di Dio, possa aiutarci a comprenderlo meglio, essa non va, però, assolutizzata dogmaticamente come se quanto afferma fosse incontestabile e chi osasse farlo non fosse che "un ignorante" (come si sente talvolta affermare). Molte delle affermazioni della "critica biblica" sono influenzate dai presupposti filosofici che la determinano e rivelano un approccio errato alle Sacre Scritture, le quali non possono essere equiparate ad altri libri ma devono essere affrontate in maniera conforme alla loro particolare natura. Il modo con il quale gli scrittori del Nuovo Testamento considerano gli scritti dell'Antico Testamento, anzi, il modo in cui Gesù legge le Scritture è pure quello che il cristiano considererà normativo sulla base della propria confessione di fede. Il cristiano deve chiedersi quale sia l'autorità ultima che determina come le Scritture debbano essere lette ed interpretate. Quella dell'autorità ecclesiastica oppure quella della scienza, ritenute "incontestabili"? No, il cristiano si attiene all'autorità di Cristo evidenziata nelle Scritture stesse, interpreti di sé stesse.
Di fronte a pretese umane di ogni genere, Dio ci ha lasciato la Sua Parola scritta da ubbidire come criterio unico ed ultimo per valutare e dirigere la nostra fede e la nostra condotta e proteggerci così da ogni abuso. Il confronto con le Scritture sia dell'Antico come del Nuovo Testamento è non solo indispensabile, ma comandato.
Di fronte a pretese umane di ogni genere, Dio ci ha lasciato la Sua Parola scritta da ubbidire come criterio unico ed ultimo per valutare e dirigere la nostra fede e la nostra condotta e proteggerci così da ogni abuso. Il confronto con le Scritture sia dell'Antico come del Nuovo Testamento è non solo indispensabile, ma comandato.

Revision as of 17:41, 12 October 2011

indice, D/R 2, D/R 4


3. D. Che cos’è la Parola di Dio?

R. Le Sacre Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento sono la Parola di Dio, l’unica regola di fede e di ubbidienza.

Riferimenti biblici

  • Tutta la Bibbia è divinamente ispirata. "Tutta la Scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia" (2 Timoteo 3:16).
  • La Bibbia non è di origine umana, ma è il prodotto di Dio lo Spirito Santo. "Noi abbiamo anche la parola profetica più certa a cui fate bene a porgere attenzione, come a una lampada che splende in un luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori, sapendo prima questo: che nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare interpretazione" (2 Pietro 1:19-21).
  • Gli Apostoli (Nuovo Testamento) ed i profeti (Antico Testamento) formano il fondamento della Chiesa cristiana. "...edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare" (Efesini 2:20).
  • Alla Bibbia, avendo un'origine, un carattere ed un'autorità divina, non si può aggiungere o togliere alcunché. "Io dichiaro ad ognuno che ode le parole della profezia di questo libro che, se qualcuno aggiunge a queste cose, Dio manderà su di lui le piaghe descritte in questo libRomani E se alcuno toglie dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dal libro della vita dalla santa città e dalle cose descritte in questo libro" (Apocalisse 22:18-19).
  • Nessuna nuova rivelazione può sostituirsi od accompagnarsi alla Bibbia. "Abrahamo rispose: "hanno Mosè e i profeti, ascoltino quelli" ... Allora egli gli disse: "se non ascoltano Mosè e i profeti, non crederanno neppure se uno risuscitasse dai morti"»" (Luca 16:29-31).
  • Tutto ciò che è contrario all'insegnamento biblico deve essere respinto, non importa quanto possa apparire plausibuile o seducente. "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto. Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto" (Galati 1:8-9).
  • La Bibbia è completa e perfetta regola di fede e di condotta. "...fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:15-17); "Attenetevi alla legge e alla testimonianza! Se un popolo non parla in questo modo, è perché in esso non c'è luce" (Isaia 8:20).

Commento

Nella nostra esposizione della nostra fede, dopo averne posto le basi nell'esistenza del Dio vero e vivente, Creatore e Reggitore dell'universo, il quale fa conoscere Sé stesso e la Sua volontà attraverso la rivelazione naturale e sovrannaturale, dobbiamo ora precisare la natura dello strumento della Sua rivelazione sovrannaturale, la Bibbia. Noi affermiamo che la Parola di Dio ci viene comunicata per iscritto nella raccolta di libri che noi chiamiamo Bibbia (il libro per eccellenza), la Scrittura (o le Scritture per eccellenza). Per questo motivo esse sono definite le Sacre Scritture, o la sacra Bibbia.

Le Scritture sono definite "sacre" o sante perché (1) sono rivelazione di un Dio santo, (2) perché presentano un insegnamento santo (unico nel suo genere, a parte), e (3) perché quando sono accolte con fede autentica conducono ad una vita santa (moralmente conforme alla volontà di Dio).

Nella Bibbia, la radice ebraica da cui deriva il concetto di "santo" [קדשׁ (qâdash) e greca ἁγιάζω (hagiazō]), si applica a persone, occasioni ed oggetti "messe a parte", "riservate", sottratte all'uso comune e dedicate, appartenenti a Dio. E' così che Dio è santo, cioè "separato" per Sua stessa natura da altri (falsi) déi e dai peccatori, inavvicinabile da essi se non attraverso un Mediatore e da un sacrificio espiatorio dalle conseguenze legali del peccato (Isaia 6:3-5).

Confessiamo che le Sacre Scritture sono Parola di Dio nel senso semplice e letterale in cui si usa il verbo essere. Esse sono senza alcuna riserva o distinguo Parola di Dio in forma scritta. Dire che la Bibbia stessa, in quanto libro, sia Parola di Dio significa dire che le parole di cui essa è composta sono quelle stesse che Dio ha inteso vi dovessero essere scritte.

La Bibbia contiene la Parola di Dio nel senso che la Parola di Dio forma il contenuto della Bibbia, allo stesso modo in cui diciamo che la Bibbia contiene due testamenti, l'antico ed il nuovo, o che la Bibbia contiene 66 libri. Quando diciamo che la Bibbia "contiene" la Parola di Dio non intendiamo dire che la Parola di Dio formi solo una parte del contenuto della Bibbia, mentre il resto sarebbero solo parole umane (come si potrebbe dire che una bottiglia contenga, ad esempio, una percentuale di socco di frutta ed acqua). Non si intende nemmeno dire che la Bibbia "contiene" la Parola di Dio nel senso che vi sia una distinzione fra le parole della Bibbia e la Parola di Dio "contenuta" in esse. Questa distinzione, popolare in alcuni ambienti, non può essere conciliata con le affermazioni della Bibbia stessa, né con la dottrina al riguardo della Scrittura presentata dalle storiche confessioni di fede della Riforma. Se le parole scritte della Bibbia non fossero in sé stesse di fatto la Parola di Dio, la Bibbia non potrebbe essere considerata infallibile.

In che modo tutto questo può essere conciliato con il fatto che la Bibbia contiene anche parole pronunciate da Satana o da persone malvagie? Quando la Bibbia riporta parole di Satana o parole di persone malvagie, si tratta di citazioni attraverso le quali Dio ci vuole impartire particolari lezioni.

La frase, per esempio, «Non c'è Dio» è una menzogna, ma se leggiamo il contesto, l'intero versetto in cui essa si trova, vedremo come essa sia stata pronunciata da uno stolto. L'intero versetto: "Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio»" (Salmo 14:1) è finalizzato a denunciare la stoltezza di chi fa tali affermazioni ed il resto del testo mette in evidenza pure la corruzione morale di chi le fa. Allo stesso modo: "Pelle per pelle! L'uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita" (Giobbe 2:4) è una menzogna espressamente riferita a Satana, del quale la Scrittura dice: "Non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Giovanni 8:44). Il seguito del racconto di Giobbe smentisce le insinuazioni di Satana.

Le affermazioni della Bibbia non possono essere semplicemente estratte dalla Bibbia e spiegate come se potessero essere prese di per sé stesse, ma vanno inquadrate nel loro contesto immediato e generale del messaggio biblico. Vale il principio che la Bibbia interpreta sé stessa, per il quale frasi che di per sé potrebbero suscitare in noi delle perplessità o non essere abbastanza chiare vanno confrontare e spiegate con altre affermazioni di maggior chiarezza nella Bibbia sullo stesso tema. Inoltre, ogni qual volta il cristiano trova nella Bibbia cose che lo rendono perplesso o che non sa spiegare, egli non le giudica, ma "si inchina" ad esse con rispetto e le accetta, sperando e pregando che, nel corso del tempo, diventando spiritualmente più maturo ed approfondendone lo studio con l'aiuto di Dio, egli possa giungere a comprenderle.

Noi, affermiamo poi che le Sacre Scritture sono l'unica regola di fede e di ubbidienza. La nostra fede e la nostra vita vanno conformate ad essa soltanto in quanto esse sono autorevole Parola di Dio. Non è lecito affiancare ad esse altre "autorità" che possano vantare uguale autorevolezza e determinare la nostra fede e la nostra condotta. Forse che quest'affermazione escluderebbe l'autorevolezza normativa, per esempio, delle Confessioni di fede della Riforma? No, perché esse intendono solo riassumere e sistematizzare l'insegnamento delle Scritture e ne rimangono sempre soggette. L'autorità delle Confessioni di fede è secondaria e derivata. Esse possono essere rivedute se, su uno o più punti che presentano, può essere proposta in modo dimostrabile una migliore esposizione di quanto la Bibbia presenta. Le confessioni di fede sono un'autorità dipendente.

Il Cattolicesimo romano afferma come le Sacre Scritture non siano l'unica nostra autorità da ubbidire per quanto riguarda la fede e la condotta perché essa si accompagnerebbe, a suo dire, dall'autorità della propria tradizione ecclesiastica, del proprio autorevole e benedetto "Magistero" ufficiale. Il loro concetto si fonda su diversi presupposti contestabili: (1) che gli Apostoli avrebbero lasciato tradizioni orali non scritte di uguale autorità con le Scritture di cui la Chiesa cattolica romana sarebbe depositaria; (2) che le autorità religiose vaticane siano successori legittime degli Apostoli e che (3) quanto esse decretano sarebbe suggellato da Dio ed ispirato dallo Spirito Santo promesso alla Chiesa. Queste pretese, però, sono dimostrabilmente fallaci, anzi, aprono la strada ad abusi di ogni genere tanto quanto lo sono le affermazioni di diversi gruppi settari che pretendono di possedere nuove rivelazioni o nuovi e "incontestabili" profeti in grado di dare l'interpretazione "esatta" del contenuto delle Scritture.

Ancora, il "modo giusto" di interpretare le Sacre Scritture dipenderebbe forse pure dai risultati della moderna critica biblica che pretende di essere "fondata scientificamente"? Benché una critica biblica rispettosa del testo biblico in quanto Parola di Dio, possa aiutarci a comprenderlo meglio, essa non va, però, assolutizzata dogmaticamente come se quanto afferma fosse incontestabile e chi osasse farlo non fosse che "un ignorante" (come si sente talvolta affermare). Molte delle affermazioni della "critica biblica" sono influenzate dai presupposti filosofici che la determinano e rivelano un approccio errato alle Sacre Scritture, le quali non possono essere equiparate ad altri libri ma devono essere affrontate in maniera conforme alla loro particolare natura. Il modo con il quale gli scrittori del Nuovo Testamento considerano gli scritti dell'Antico Testamento, anzi, il modo in cui Gesù legge le Scritture è pure quello che il cristiano considererà normativo sulla base della propria confessione di fede. Il cristiano deve chiedersi quale sia l'autorità ultima che determina come le Scritture debbano essere lette ed interpretate. Quella dell'autorità ecclesiastica oppure quella della scienza, ritenute "incontestabili"? No, il cristiano si attiene all'autorità di Cristo evidenziata nelle Scritture stesse, interpreti di sé stesse.

Di fronte a pretese umane di ogni genere, Dio ci ha lasciato la Sua Parola scritta da ubbidire come criterio unico ed ultimo per valutare e dirigere la nostra fede e la nostra condotta e proteggerci così da ogni abuso. Il confronto con le Scritture sia dell'Antico come del Nuovo Testamento è non solo indispensabile, ma comandato.

Il riconoscimento delle Sacre Scritture come autorità unica ed ultima della nostra fede e della nostra condotta è il fondamento su cui si poggia la fede cristiana autentica e rispetto al quale tutto il suo edificio e vita deve conformarsi mettendosene in costante confronto.

Ulteriori questioni

Come rispondere a chi dice che non la Bibbia, ma la nostra coscienza, debba essere considerata regola ultima della nostra fede e della nostra condotta? La coscienza umana non può dire ad una persona ciò in cui credere o come comportarsi. Può solo dire che cos'è giusto e cos'è sbagliato. La coscienza può solo dire ad una persona se agisce oppure no secondo ciò in cui già crede essere giusto. La coscienza può essere bene informata, ma anche male informata. Essa risponde ai criteri rispetto ai quali essa è stata formata. La coscienza non è mai del tutto affidabile perché, a causa del nostro peccato che la condiziona e corrompe, essa può sbagliare e di fatto spesso sbaglia. Allo stesso modo non ci si può fidare dei nostri sentimenti, sensazioni, o istinto, "il cuore", che pure sono ingannevoli, mutevoli, soggettivi, e che devono sempre essere messi a confronto con la regola oggettiva della Parola di Dio.

Il Nuovo Testamento è in modo più pieno e vero Parola di Dio dell'Antico Testamento? No, il Nuovo Testamento stesso mostra come il Signore Gesù Cristo e i Suoi apostoli considerassero l'Antico Testamento come Parola di Dio nel senso più pieno e stretto, come pure insegnavano coerentemente e costantemente l'alta considerazione che avevano per esso. il "Mosè ha detto", "...ma io vi dico" di Gesù, non è un'affermazione derogatoria dell'Antico Testamento. Gesù presenta l'unica interpretazione autorevole dell'Antico Testamento, quella che poi ha trasmesso ai Suoi Apostoli autorizzati ed ispirati a lasciarci nelle Sacre Scritture il Suo insegnamento.

Alcune versioni della Bibbia presentano le parole pronunciate da Gesù in colore rosso. Forse che esse sono da considerarsi più Parola di Dio del resto della Bibbia? No, il porre in colore rosso le parole di Gesù è una pratica molto discutibile, perché il messaggi dei vangeli ci presenta l'insegnamento di Gesù sia come discorso diretto che come discorso indiretto. Il discorso diretto non è più vero o più importante di quello indiretto, perché tutto ciò che hanno scritto gli apostoli (ed i profeti) è ispirato ed autorizzato dallo stesso Spirito Santo ed è da considerarsi Parola di Dio.

Come rispondere a coloro che affermano che debba essere Cristo e non le Sacre Scritture l'unico nostro fondamento? Certo, Cristo è la pietra angolare della nostra vita come cristiani, sia individualmente che come chiesa. La Sua Persona ed opera, il Suo sacrificio espiatorio per i nostri peccati, è la base della nostra riconciliazione con Dio. Questo Cristo, però, non può essere un Cristo astratto che possa separarsi dal deposito delle Sacre Scritture. La Bibbia è infatti l'unico modo autorevole in cui possiamo apprendere di Cristo, della Sua Parola, della Sua opera, come l'unica autorevole interpretazione di esse. Cristo e le Sacre Scritture non possono mai essere separate, anzi, Cristo è unito ad esse in modo indissolubile. Cristo è la Parola eterna di Dio fattasi carne, le Scritture, che ce Lo rivelano e spiegano, è la Parola di Dio fattasi Scrittura. L'uno e l'altra sono indissolubilmente e necessariamente legate. Assumere come fondamento un Cristo astratto e virtuale di fatto apre la strada per interpretazioni arbitrarie ed abusi di ogni genere per quanto si vogliano giustificarli con "la presenza vivente dello Spirito". Anche lo Spirito è indissolubilmente legato alle Sacre Scritture e susserviente a Cristo. Il Cristo e lo Sprito Santo di Dio si sono legati indissolubilmente alle Sacre Scritture. Il Cristo/Parola di Dio è il contenuto delle Sacre Scritture, lo Spirito Santo non solo ha ispirato le Sacre Scritture, ma continua ad avvalersene in modo privilegiato per servire gli scopi di Dio Padre.


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